[Andrea Riccardi]: "Io vorrei, innanzitutto,
salutare il segretario di Stato di Sua Santità, Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone,
che con la sua presenza qui a questo convegno dedicato ai malati africani, mostra il grande
interesse suo personale e della Santa Sede, per le grandi questioni del dolore del mondo,
che sono le principali, centrali preoccupazioni del suo impegno e soprattutto del servizio
del Papa; io credo che questa presenza è molto significativa per noi ed è fonte di
ispirazione. Impreziosisce questo nostro convegno la presenza della Premiere Dame della Repubblica
di Guinea, madame Condé, che abbiamo ascoltato e che preghiamo di trasmettere al Presidente
i nostri saluti e la nostra vicinanza. Saluto tutti: le autorità civili, Marco Impagliazzo,
presidente della Comunità di Sant'Egidio, gli amici operatori di DREAM; saluto in particolare
la presidente della Regione Lazio, la cara Renata Polverini, e tutte le altre autorità
presenti: i ministri della Salute, i rappresentanti di 20 paesi africani e gli ambasciatori qui
presenti. Il Ministero dedicato alla cooperazione internazionale sottolinea l'interesse dell'Italia
per questi temi; eppure l'Europa sta vivendo un periodo di crisi economica profonda. Ma
questa Europa guarda con grande interesse a un'Africa, un'Africa giovane (il 70% della
popolazione africane è al di sotto dei 30 anni); questa Africa vive un vento di rinnovamento
e di rinascita. I giovani africani hanno una grande voglia di futuro. Del resto, oggi l'Africa
sta prendendo in mano il suo futuro e all'Africa molti guardano con interesse - penso alla
presenza della Cina e dell'India, del Brasile e, più recentemente, della Turchia -. Sta
emergendo in Africa un ceto medio giovane che vuole svilupparsi e studiare; e per la
prima volta in Africa, la percentuale dei poverissimi è scesa al di sotto del 50%.
Questo è un dato molto positivo, anche se in alcuni paesi africani aumenta la forbice
tra una minoranza ricca e la massa degli esclusi. Però, in vari paesi africani c'è una notevole
crescita del PIL; il PIL cresce oggi più di ieri e l'Africa spera in un futuro migliore.
Questi sono dati estremamente positivi, ma purtroppo - bisogna dire purtroppo - su questo
futuro c'è una grave ipoteca, c'è una gravissima ipoteca, ed è rappresentata, tra l'altro,
dal dramma dell'AIDS. I numeri di questa epidemia sono eloquenti: 33 milioni di malati nel mondo,
23 milioni (pari al 70% di tutti i malati) sono in Africa, 23 milioni è una media nazione,
è la nazione dei malati di AIDS in Africa. Ogni giorno, circa 1000 bambini nel mondo
contraggono la HIV, e purtroppo dobbiamo dire che 500 di questi bambini moriranno perché
è impossibile accedere alle cure. Di questi 500 bambini, 9 su 10 vivono nell'Africa subsahariana.
A causa della trasmissione verticale, cioè durante la gravidanza, il parto o l'allattamento,
9 bambini su 10 diventano malati di AIDS. Inoltre, questa infezione espone al rischio
di morte la mamma. Un recente studio delle agenzie delle Nazioni Unite stima inoltre
18.000 le donne che muoiono ogni anno a causa del parto o dell'infezione da HIV. Evitare
la trasmissione del virus da madre a figlio somministrando la terapia, significa ridurre
la mortalità materna, troppo alta in Africa. Perché l'AIDS non mette solo a dura prova
i sistemi nazionali, l'AIDS ha ripercussioni tragiche sulla vita, l'economia dei paesi:
colpisce i lavoratori, gli insegnanti, blocca lo sviluppo. L'elevata prevalenza dell'AIDS
in Africa, purtroppo, ha invertito il trend di crescita dell'aspettativa di vita, che
dagli anni 60 è in continua crescita. L'AIDS crea una crisi di sviluppo con molteplici
effetti: riduce l'attesa di vita, accrescere i decessi precoci tra i giovani e giovani
adulti; colpisce cioè le persone negli anni più produttivi, più creativi della loro
vita. L'AIDS fa crescere la povertà, distrugge la vita e distrugge la speranza. Ma noi sappiamo
che nei paesi sviluppati si è praticamente eliminata la trasmissione dalla mamma al bambino,
e questo, sappiamo, è grazie alle terapie. Sono stati fatti progressi. Se guardiamo gli
ultimi 15 anni di storia, possiamo constatare grandi vittorie: 5 milioni di vite sono state
salvate, grazie alla terapia antiretrovirale, si previene la trasmissione tra madre e figlio,
i tassi di mortalità sono in diminuzione. Insomma, nei paesi sviluppati le cose sono
grandemente, rapidamente migliorate: abbiamo nuovi strumenti scientifici, possibilità
terapeutiche per prevenire queste infezioni. E qui mi sembra la domanda centrale della
nostra conferenza: e in Africa? Cosa facciamo? In Africa, cosa facciamo? Cosa facciamo su
questa grave ipoteca che pesa sul futuro del continente africano? Quanta volontà c'è
di agire a questo livello in Africa? Il programma DREAM, che io ho seguito fin dal nascere,
DREAM è nato con il nuovo secolo; in un certo senso DREAM è il frutto del Grande Giubileo,
è frutto di una speranza nata di fronte all'incontro, grazie all'incontro della disperazione di
tante mamme africane che vedevano morire i loro figli. Oggi, rappresenta un esempio di
efficacia per la cura dell'AIDS in Africa: 180 mila pazienti, 33 centri clinici, 20 laboratori
in 10 paesi africani, un personale africano ben formato, una partecipazione attiva dei
pazienti. Ho incontrato tante volte gli operatori, i malati, i centri clinici di DREAM durante
i miei viaggi in Africa; ho visto tanti bambini nati sani, grazie a protocolli clinici efficaci.
Cari amici, curare e prevenire l'AIDS vuol dire aiutare le persone, ci diceva Renata
Polverini, ma vuol dire aiutare interi paesi a crescere. Prevenire la trasmissione dalla
mamma al bambino, fare vivere la mamma consente di sperare in giovani generazioni sane, giovani
generazioni che costruiranno un futuro migliore per i paesi africani. Bisogna dirlo, dobbiamo
saperlo, la cura, la prevenzione ha un costo. Ma vorrei anche ricordare agli avari del nostro
tempo (e qui c'è una grande responsabilità di governi del Nord e del Sud) vorrei anche
ricordare che non curare ha un costo molto più grande, che si paga negli anni; quando
non si cura, si contrae un debito che si pagherà per decenni, un costo che a lungo termine
- lo hanno spiegato autorevoli epidemiologi e anche economisti - un costo che è molto,
molto superiore al prezzo della cura. Spendere per combattere l'AIDS non solo salva vite
umane, ma è un modo di investire sul futuro. Chi cura i malati di AIDS, chi previene la
trasmissione tra madre e bambino, investe sull'Africa e salva vite umane. Investendo
nella cura dell'AIDS, anzi, si liberano energie umane che andrebbero perdute. Il tema di questo
convegno, dal titolo simpatico, entusiasmante, programmatico: «Viva le mamme! Viva i bambini!»,
sottolinea un altro fatto: la centralità della famiglia africana come radice dello
sviluppo della società. Salvare la famiglia vuol dire salvare l'umanità della società
africana; curare è salvare la famiglia e salvare la famiglia è salvare la comunità.
Le diverse presenze così autorevoli da un punto di vista scientifico, politico, mi permetto
di dire, esperienziale - perché questo convegno raccoglie tante donne e uomini che hanno una
grande esperienza del terreno africano - bene, tutte queste presenze ci incoraggiano a lavorare
su questa strada, come il programma DREAM sta facendo da più di 10 anni. Investiamo
sulla cura, investiamo sulla prevenzione, utilizzando protocolli di cura efficaci. Io
credo, e concludo, che c'è bisogno del coraggio di una scelta. Quale padre, quale madre non
darebbe la cura migliore per i propri figli? Oggi, i bambini, le madri in Africa chiedono
il coraggio di scegliere per la cura. Oggi, l'Europa può e deve guardare all'Africa con
questa responsabilità. 50 anni fa, il grande presidente senegalese Leopold Sedar Senghor
lanciò l'idea di EurAfrica, la complementarietà tra Europa e Africa. E come ha detto la signora
Condé: «L'impegno oggi è partagé». EurAfrica è lavorare insieme per sconfiggere l'AIDS,
è un impegno che ci appassiona, è un impegno che costruirà un saldo rapporto tra Europa
e Africa. Salvare una vita oggi è salvare un continente, è garantire un futuro migliore
per l'Africa e anche per l'Europa. Grazie."
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