[Andrea Riccardi]: "È la storia di studenti
che negli anni 70 sentono un mondo studentesco, che era un mondo pieno di tensioni politico-ideologiche, per alcuni aspetti violente, ma soprattutto inutili, sentono un mondo cristiano estremamente
polarizzato - come quello del post '68, la contestazione, una certa lacerazione, un mondo
di discussioni, diciamo tra virgolette, anche inutili, e scelgono per la periferia. I primi
2 luoghi in cui noi scegliamo di cominciare a vivere, a operare, sono Garbatella e Primavalle.
E qui cosa vuol dire nella vita di giovani? Vuol dire che l'autobus tu non lo prendevi
per andare al centro, ma mentre tutti prendevano l'autobus per andare al centro, tu prendevi
l'autobus nell'altro senso. E qui, in piccolissimo, l'esperienza delle povertà di allora, degli
anni successivi, veder crescere la droga, le solitudini, gli anziani, ma anche l'esperienza
- e qui vengo a Francesco - di leggere la città a partire dalle periferie. Naturalmente
non aver ideologizzato questo, ma averlo vissuto. Leggere la città Roma a partire delle periferie.
E poi, permettetemi con una serie di salti, nel '73 Napoli come periferia, progressivamente
le periferie di altre città europee, l'Africa come periferia. Tutto questo ha comportato
esperienze estremamente pratiche, concrete, perché la solidarietà è concreta, ma ha
comportato anche cultura, visioni, idee."
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